Di nostalgia e catene al cuore
Qualche giorno fa ho avuto uno scambio di bei messaggi con una cara amica e mi sono ritrovata a riflettere sulla nostalgia.
Complice un messaggio scatenato dal ritrovamento di una vecchia ricetta, mi sono trovata catapultata nel passato, in un’altra casa e ancora con i miei affetti più grandi.
“Ed io penso spesso che se l’avessi comperata tu, io non avrei venduto e qualcosa sarebbe stato come ai vecchi tempi…”
Colpita al cuore da questa frase, non ho potuto fare a meno di mettermi a pensare.
La casa di cui si parlava è stata, per lei e per me, un punto di riferimento importante e intenso che ci ha dato tante gioie ma anche dolori.
Una casa che io considero particolare per le vibrazioni che mi trasmetteva ma che una volta lasciata non è più entrata nella mia vita (anche se la ricorderò per sempre).
Credo, come ho detto alla mia amica, che non fosse destino che tornassi lì.
La nostalgia, questa voglia struggente di mantenere un contatto con i vecchi tempi quasi a voler trovare un punto di riferimento per la vita attuale.
Quasi a voler ritrovare una sicurezza per riuscire a svangare le giornate magari diventate tristi grazie (o a causa) alla consapevolezza acquisita con l’età adulta.
Osservando le persone attorno a me, ne vedo tantissime vivere nel ricordo intenso e nostalgico del passato, incapaci molte volte di staccarsene, incapaci di allontanarsi da affetti che purtroppo non ci sono più, che immaginano una vita migliore “se solo si potesse tornare ai vecchi tempi”.
Credo siano storie di grandi, immensi dolori ed è doveroso portare loro il rispetto che si meritano, ma non sono così sicura che tornando indietro l’angoscia struggente verrebbe vinta.
Anch’io non ne sono immune, sia chiaro.
A volte un sapore, un profumo, una canzone, una foto, mi catapulta in violenti flashback struggenti e nostalgici, certo, ma non senza fatica ho imparato ad accogliere questi ricordi senza malessere.
Perché alla fine credo che se anche ad esempio tornassi in quella casa, le sensazioni provate in passato non tornerebbero semplicemente per il fatto che IO non sono più quella di una volta.
Io non sono più la stessa persona.
Si cresce, si cambia, si evolve, le cose si trasformano.
Se tornassi in quella casa i miei occhi non la vedrebbero più con gli occhi di vent’anni fa e questo mi basta per sorridere al ricordo ma andare avanti con la mia vita.
Se tornassi al periodo della mia adolescenza tutto avrebbe un altro sapore e di sicuro mi comporterei diversamente.
Voglio credere che il lato da coltivare della nostalgia sia quello positivo, quello che ti permette di sorridere al ricordo, quello che ti riporta indietro senza farti star male e che ti abbandona velocemente per lasciarti guardare avanti.
Una sorta di nostalgia positiva insomma, un cambio di prospettiva.
Non è affatto facile, ma credo sia possibile.
Per me il “qui ed ora” è stato fondamentale.
Mi ha permesso di staccarmi dal “ieri” e proiettarmi al “domani”.
Il passato fa parte di me, mi ha forgiata e mi ha regalato anche delle cose bellissime, ma non controlla la mia vita.
Ho deciso che, se proprio vuole, il massimo che potrà fare sarà di accompagnarla.
Foto: Elisa e Sara Photography (che ringrazio, come sempre)