Di rientro alla normalità e frullati di vita…
Accidenti, è un po’ che non scrivo.
Mi sono ritrovata, da un giorno all’altro, a dover rientrare per fortuna al lavoro a tempo pieno e ho dovuto riadattarmi ai vecchi ritmi che allo stesso tempo per il mio corpo erano di nuovo nuovi.
Prima o poi doveva succedere.
La sveglia alle 6.30, il preparare tutto in anticipo per la giornata, l’organizzazione della settimana, mi hanno lasciato ben poco tempo alle riflessioni e agli scritti.
Sono stata risucchiata in una sorta di frullatore enorme che durante la giornata mi scuote per bene fino a farmi arrivare a fine giornata in forma semi liquida tipo smoothie.
Il tempo di recuperare un po’ a cena ed è quasi subito ora di andare a letto.
Lì, iniziano attività notevoli di brainstorming che però scemano nel momento dell’addormentamento (ed io convinta di ricordare tutto) senza lasciare quasi traccia al mattino successivo.
E il frullatore inizia di nuovo a girare.
Qualche post fa avevo detto di non essere sicura di voler tornare a questi ritmi e ancora non lo voglio, ma purtroppo è qualcosa più forte di me, qualcosa che non posso controllare, è così e basta.
E soffro, e mi tormento continuando ad adattarmi a tutto questo.
E mi chiedo se sia giusto, se io stia perdendo tempo prezioso, se alla fine ne valga la pena.
E intanto l’estate scorre, la vita anche.
Credo che questo sia un post senza un inizio decente e una fine decente, ma è forse sintomatico di come io mi senta in questi giorni, sospesa e frullata fra la vita e il nulla, in una sorta di corsa lunghissima alla quale è impossibile opporsi, questo treno al momento non effettua fermate intermedie e il servizio ristoro su queste carrozze non è al momento previsto.